56th course on Palladian architecture
Palladio workshopVicenza. 1 - 6 September 2014
Voci dal Corso
Yuki Sato, giapponese, 23 anni, laureanda all’Università di Osaka: “Sto preparando la tesi sul Teatro Olimpico: l’avevo già visitato due volte ma il corso è indispensabile per conoscere l’intera opera di Palladio. Il mio professore in Giappone mi ha caldamente consigliato di frequentarlo. Il mio edificio preferito è villa Barbaro a Maser, per il modo in cui si integra perfettamente al paesaggio, per il rapporto fra architettura e natura. Cosa può insegnarci Palladio oggi? Ad avere un approccio critico nei confronti del passato, della storia”. |
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Higor Ribeiro da Costa, brasiliano, 20 anni, studente all’Università Federale della Paraíba: “Sono molto contento di aver scelto di frequentare il corso palladiano: le spiegazioni davanti e dentro gli edifici, e non nel chiuso di un’aula, sono un’esperienza eccezionale. Ci hanno permesso di approfondire il contesto, la relazione “filosofica” fra la costruzione, la famiglia che l’ha costruita, la storia e il territorio. Il mio edificio preferito? Domanda difficile! Villa Emo, villa Barbaro, convento della Carità, S. Giorgio Maggiore, la Rotonda… insomma tutto Palladio!” |
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Chloé Demonet, francese, 32 anni, dottoranda all’Ecole pratique des hautes études, la Sorbona: “È stato un mio amico che ha frequentato il corso qualche anno fa a consigliarmelo. Io studio l’architettura del Trecento e del Quattrocento in rapporto all’architettura romana antica, e Palladio mi interessava per conoscere un altro sguardo su questa tematica. Cosa mi piace del corso? Il dialogo costante fra docenti e studenti e il confronto diretto con gli edifici. Cosa può insegnarci oggi Palladio? Pensando alla Biennale di quest’anno, ci insegna a costruire cose adatte, belle e con mezzi appropriati”. |
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Morgan Ng, americano, 30 anni, dottorando all’Università di Harvard “In America, oltreoceano, le conoscenze su Palladio giungono idealizzate: sono venuto a Vicenza per compiere un viaggio a ritroso, scoprire le origini di Palladio attraverso un contatto diretto con le sue opere. Il mio edificio preferito? Forse villa Pisani a Montagnana, perché un’ala della casa è costruita sopra un canale e questo la rende un ibrido fra un ponte e un palazzo”. |
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Tommaso Bisogno, vicentino, 22 anni, studente all’Università IUAV di Venezia “Io sono vicentino, ma cresciuto all’estero. Del corso palladiano mi affascina la facilità di dialogo e di scambio fra studenti e professori, che consente di condividere una passione e crea un clima caloroso, che si cementa sia nelle discussioni che negli spostamenti fra un edificio e l’altro. Quale la lezione di Palladio oggi? Ci insegna che si può raggiungere la bellezza attraverso la semplicità e l’umiltà, doti ormai sconosciute agli architetti. Se Palladio fosse vissuto ai nostri giorni sarebbe stato un minimalista”. |