Jefferson e PalladioCome costruire un mondo nuovo23 settembre 2015 - 28 marzo 2016
a cura di Guido Beltramini e Fulvio Lenzo
in collaborazione con Fondazione Canova, Stiftung Bibliothek Werner Oechslin
a cura di Guido Beltramini e Fulvio Lenzo
in collaborazione con Fondazione Canova, Stiftung Bibliothek Werner Oechslin
La mostra ci accoglie con uno specchio, dove si riflettono il busto di Palladio e quello di Thomas Jefferson. È la prima domanda della mostra: come si riflettono forme e idee? Perché un architetto di una regione periferica del Nord Italia viene preso a modello per costruire l’architettura del Nuovo Mondo?
La risposta è collegata all’interrogativo di fondo: cosa ci fa in un museo d’architettura Thomas Jefferson (1743-1826), colui che scrisse materialmente la Dichiarazione d’Indipendenza e fu il terzo presidente degli USA? C’è perché fu l’americano che più di ogni altro contribuì a dare un volto alla nuova nazione attraverso l’arte, l’architettura e il disegno del territorio. Fu un visionario ma anche un pragmatico, un uomo d’azione e insieme un intellettuale che conosceva il latino e il greco e che era convinto che il Nuovo Mondo si potesse costruire solo attraverso la razionalità e la bellezza.
La mostra “Jefferson e Palladio. Come costruire un mondo nuovo” è la prima mai dedicata in Europa al grande palladianista americano. Vi condurrà nel mondo di Jefferson, le sue collezioni d’arte, i suoi progetti di architettura, i suoi sogni ma anche le sue contraddizioni: attraverso disegni, sculture, libri preziosi, modelli di architetture, video e multimedia. In mostra sono esposte anche 36 fotografie di Filippo Romano, frutto di una campagna fotografica appositamente realizzata in Virginia nella primavera del 2014. Sono presenti inoltre i tre preziosi bozzetti originali di Antonio Canova per la statua di George Washington commissionata dallo stesso Thomas Jefferson.
Per rendere più coinvolgente la visita della mostra, sarà possibile scaricare gratuitamente sul proprio smartphone il racconto dei curatori e muoversi nelle sale accompagnati dalle loro parole.
La mostra è dedicata alla memoria di Mario Valmarana, indimenticato professore alla University of Virginia, che dedicò una vita a creare ponti fra il Veneto di Palladio e la Virginia di Jefferson. Sponsorizzata da Roberto Coin, la mostra è realizzata grazie al sostegno di Regione del Veneto, Fondazione Cariverona e Dainese, ed è frutto della collaborazione con Fondazione Canova di Possagno e con Stiftung Bibliothek Werner Oechslin di Einsiedeln. La mostra è parte di un progetto comune costruito con il Canadian Centre for Architecture di Montreal, che nell’ottobre 2014 ha ospitato il progetto fotografico Found in Translation: Palladio-Jefferson. A narrative by Filippo Romano.
La mostra è a cura di Guido Beltramini e Fulvio Lenzo, sostenuti da un consiglio scientifico presieduto da Howard Burns (Scuola Normale Superiore di Pisa) e di cui fanno parte James Ackerman (Harvard University), Bruce Boucher (University of Virginia), Travis C. McDonald (Corporation for Jefferson’s Poplar Forest), Damiana Paternò (IUAV Venezia), Mario Piana (IUAV Venezia), Craig Reynolds (University of Virginia). Il catalogo, in italiano e inglese, è edito da Officina Libraria.
L’allestimento della mostra è progettato da Alessandro Scandurra.