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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 29/2017

Alessandro Viscogliosi
Antonio da Sangallo e Palladio tra foro di Augusto e foro di Nerva. Diverse maniere di osservare l’Antico, tra la pianta di Roma di Raffaello e il Teatro Olimpico
pp. 101‐116.

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I disegni di Antonio da Sangallo il Giovane e di Andrea Palladio inerenti il foro Transitorio mostrano come meglio non si potrebbe due diverse maniere di affrontare l’Antico: Antonio rileva, Palladio restituisce. Mentre i grafici palladiani tendono chiaramente a offrire un’immagine complessiva e ricostruttiva del foro, utile come fonte lessicale e figurativa per l’esercizio professionale, con ripercussioni al momento della creazione del tempietto di Maser e della scenae frons del Teatro Olimpico, ci si può chiedere a che scopo Antonio abbia realizzato alcuni tra i più dettagliati rilievi di singole parti dei fori Imperiali, mai finalizzati, per quanto ne sappiamo, alla ricostruzione dei relativi alzati architettonici. Se in passato Viscogliosi ipotizzava la ricerca di suggestioni per il cantiere petriano, sembra oramai ineludibile l’ipotesi di una diretta partecipazione di Antonio al progetto raffaellesco della ricostruzione di Roma antica. L’impressionante qualità e precisione dei rilievi eseguiti, per la prima volta in questa sede, rimontati come probabilmente prevedeva l’autore, spiega anche l’abbandono del progetto: sarebbe stato impossibile procedere nello stesso modo per tutta la Roma antica, i cui edifici, sepolti tra le macerie e i rovi, erano in massima parte inosservabili se non al momento dei cavi per il recupero dei materiali, mentre di quelli visibili e riconoscibili era difficilissimo cogliere le reciproche relazioni. Solo negli anni Quaranta, e praticamente in contiguità con le analisi palladiane, Antonio rimediterà le sue precedenti osservazioni in una chiave più sintetica e con un leggibile interesse per le forme architettoniche anziché per la topografia, che egli dà oramai per assodata.

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