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The magazine of the Centro

Annali di Architettura 30/2018

Marco Rosario Nobile
Strumenti simbolici di distinzione e di affermazione professionale nell’architettura del Cinquecento in Italia meridionale (Puglia, Sicilia, Sardegna)
pp. 71‐80.

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Nel corso del XVI secolo l’emulazione di scultori provenienti dal Nord Italia (o una formazione acquisita nelle capitali artistiche del Rinascimento) e il confronto con i modelli di architetto registrati da Vasari e promossi dalla trattatistica producono, negli ambienti dei maestri-imprenditori dell’Italia meridionale e delle grandi isole del Mediterraneo, significative mutazioni nei comportamenti nonché l’adozione di iniziative simboliche e pubbliche (iscrizioni con firme, dichiarazioni, autoritratti) che aspirano a legittimare una gerarchia e a rimarcare la memoria personale. Non si tratta semplicemente di segnali di autostima o di tentativi di adeguamento a formule vincenti, ma di un insieme di azioni che cela anche posizioni e reazioni contraddittorie, oltre che profonde riserve e divergenze, da parte del mondo artigiano rispetto al classicismo. Attraverso l’approfondimento di alcuni casi in Sicilia, Puglia e Sardegna, con particolare attenzione ad Antonio e Tommaso Ferraro de Imbarracochina in Sicilia occidentale e al maestro Giovanni Maria Tarantino in Salento, l’articolo intende offrire una prima valutazione sui temi dell’impatto e della ricezione del classicismo in una realtà esplorata ancora troppo superficialmente.

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